Ho scelto di musicare quattro testi, molto diversi tra loro, di poeti contemporanei (Vittorio Sereni, Mario Luzi, Edoardo Sanguineti, Giorgio Caproni), perché uno dei temi che mi interessa approfondire nel mio lavoro è quello della
differenza.
È in questa direzione che, mi accorgo, sta evolvendosi la mia musica. Se prima ogni composizione era per me un'esperienza di riunificazione - instabile, momentanea - di elementi diversi in un «universo» nel quale restavano solo lontani echi di conflitti, ora questa possibilità è persa: emergono sempre più le differenze, le opposizioni diventano inconciliabili, le contrapposizioni si fanno nette, brusche, violente, i salti di registro sempre più frequenti, gli equilibri si rompono in favore di dualismi senza mediazioni.
Così ho composto questi quattro pezzi, preoccupandomi di trasferire musicalmente la diversità dei testi non tanto adottando piani stilistici diversi o diversi materiali, quanto elaborando forme le cui strutture rispondessero ai principi differenziatori di cui ho detto.
Le quattro poesie, indipendenti e distanti, compongono comunque un piccolo ciclo il cui elemento unificatore è costituito dalla
differenza.
Stefano Gervasoni, 1988