Quattro voci

1988
FOR
soprano, flute, clarinet and piano
TEXT BY
Vittorio Sereni, Mario Luzi, Edoardo Sanguineti, Giorgio Caproni
DURATION
13'
FIRST PERFORMANCE
25.2.89, Berlin, XII Musik Biennale, Gladys de Bellida (soprano), Micromégas Ensemble
PUBLISHER
CATALOGUE NUMBER
134882
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Audio extracts

Quattro voci - G. De Bellida, Micromégas Ensemble, dur. 11:48, unedited live recording

Introduction

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Ho scelto di musicare quattro testi, molto diversi tra loro, di poeti contemporanei (Vittorio Sereni, Mario Luzi, Edoardo Sanguineti, Giorgio Caproni), perché uno dei temi che mi interessa approfondire nel mio lavoro è quello della differenza.

È in questa direzione che, mi accorgo, sta evolvendosi la mia musica. Se prima ogni composizione era per me un'esperienza di riunificazione - instabile, momentanea - di elementi diversi in un «universo» nel quale restavano solo lontani echi di conflitti, ora questa possibilità è persa: emergono sempre più le differenze, le opposizioni diventano inconciliabili, le contrapposizioni si fanno nette, brusche, violente, i salti di registro sempre più frequenti, gli equilibri si rompono in favore di dualismi senza mediazioni.

Così ho composto questi quattro pezzi, preoccupandomi di trasferire musicalmente la diversità dei testi non tanto adottando piani stilistici diversi o diversi materiali, quanto elaborando forme le cui strutture rispondessero ai principi differenziatori di cui ho detto.

Le quattro poesie, indipendenti e distanti, compongono comunque un piccolo ciclo il cui elemento unificatore è costituito dalla differenza.

Stefano Gervasoni, 1988

Text(s)

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Il poggio
Vittorio Sereni, Stella variabile

Quel che di qui si vede
- mi sentite? - dal
belvedere di non ritorno
- ombre di campagne scale
naturali e che rigoglio
di acque che lampi che fiammate
di colori che tavole imbandite -
è quanto di voi di qui si vede
e non sapete
quanto più ci state.

 
Per il battesimo dei nostri frammenti
Mario Luzi

Prima o dopo l’esperienza?
di là o di qua dal macigno?
Niente, non ha ombra
né luce negli occhi
di lei quella differenza.
Tutto perso? o tutto parificato?
ugualmente assolto
dal non essere o dall’essere stato?
                                                            Oh storia
umana, oh sangue dilapidato.

 
C
Edoardo Sanguineti, Alfabeto Apocalittico (1982)

cascato è il cavo cielo & la cometa
cresta è di cotte croste & cruda creta:
celibe è il cosmo, in chiara crisi cronica,
cubo cilindro & circumsfera conica:

crocida il corvo, cuculia il cuculo,
chiucchiurla il chiurlo & crepita col culo:
cecato mi è il colòn, cacato ho il cazzo,
chiudi ‘sta cantilena, can cagnazzo:


Asparizione
Giorgio Caproni, Il franco cacciatore (1973-1982)

    In una via di Lima.

    O di qui.
                  Non importa.

    In sogno, forse.
                  In eco.

    Nel battito già perdutamente
dissolto di una porta.
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