Dal 2017 lavoro su una raccolta poetica postuma di Nelly Sachs (1891 – 1970, Premio Nobel per la letteratura nel 1966) di epitaffi che la poetessa scrisse tra il 1943 e il 1946 dedicandoli a persone realmente esistite (i cui nomi compaiono nelle iniziali riportate accanto ai titoli di ogni poesia), da lei conosciute, frequentate o semplicemente incontrate abitualmente senza entrarne in rapporto, nella vita di tutti i giorni: persone care, a cui Nelly Sachs rende omaggio con parole di grazia, serene e tragiche nello stesso tempo, le cui ceneri sono volate via in uno dei lager nazisti di quegli anni infausti.
Della raccolta completa di trentatré epitaffi (pubblicati sparsi nell’edizione tedesca delle opere complete di Nelly Sachs) che la studiosa Chiara Conterno ha riunito nell’edizione italiana in un’unica raccolta emblematicamente intitolata "Epitaffi scritti sull’aria", ventuno fanno parte di un ciclo per voce e orchestra che è stato presentato nel 2018, e tredici di un altro ciclo complementare di sei + sette Lieder, uno dei quali in comune con il ciclo per orchestra. Il primo gruppo di sei è presentato in questo concerto, gli altri sette sono ancora sul mio scrittoio. I Lieder del ciclo per pianoforte recano quasi tutti una dedica a una persona a me cara scomparsa di recente (fa eccezione, per il momento quella al filosofo Ernst Bloch, contemporaneo di Nelly Sachs) che è messa in parallelo con le caratteristiche del personaggio tracciate da Nelly Sachs in ognuno dei suoi omaggi poetici.
La raccolta dei
Sechs Grabschriften è dedicata ad Alvise Vidolin per il suo settantesimo compleanno. La stima, l’ammirazione, l’empatia profonda che mi legano ad Alvise - per i tanti aspetti del suo genio e del suo spessore umano - si sono tradotti in un inconsueto omaggio dalle tinte scure. Ma sono certo che Alvise capirà: dedicatario di tanto ònere perché tramite visionariamente aperto al futuro e portatore di storia, testimone operante tra i tanti testimoni esemplari, di Nelly Sachs e miei, le cui memorie vibrano, vive, nell’aria, attive e parlanti, pungenti richiami etici per il mondo di oggi e di domani, come i misteri del suono che si propagano nell’oscuro spazio, di cui Alvise è maestro, interprete, infaticabile esploratore.
Stefano Gervasoni
(September 2019)